La Chiesa di S. Apollonia fino al 1700 era dedicata a Sant’Agata.

L’austera facciata della chiesa saluta i visitatori che raggiungono, per vari sentieri, l’aereo poggio ormai disabitato. La costruzione, nonostante i vari rimaneggiamenti, risente dell’abbandono e non basta certamente l’accorrere annuale, la seconda domenica di febbraio, a riportarla alla dignità dei tempi andati.

Si ammirano i muri di belle pietre squadrate e nell’interno le cappelle con i quadri di Sant’Antonio Abate e San Gottardo; sull’altare maggiore, una tela del 1700 raffigura la Madonna col Bambino tra Sant’Agata e Santa Apollonia.

L’immagine di Sant’Agata che ritroviamo anche nell’affresco più noto nella vicina chiesa di Santa Caterina, rinnova il mistero del cambiamento del nome sia della chiesa che della frazione. Nei documenti anteriori al 1700 si parla sempre di Sant’Agata e del Cantone di Sant’Agata, mistero non svelato nemmeno dai due fabbriceri che hanno fatto incidere sopra le finestre la scritta:

«1733 Antonius et Joannes Mafè come fabbr.”

Anche il mistero delle due chiese così ravvicinate può essere spiegato dall’esistenza di due Confraternite che ambivano disporre di un proprio Oratorio.

Nel quadro di Santa Caterina un gruppo di oranti incappucciati rievoca l’istituzione della Compagnia dei Disciplini fondata da San Bernardino da Siena nel 1439: in quella sacristia, come sulla parete di una antica casa nell’abitato vicino alla chiesa inferiore, risalta il monogramma JHS, segno indiscusso del passaggio del Santo di Siena.

  • BIBLIOGRAFIA:
  • Songini, don Domenico, “Storia e… storie di Traona – terra buona”, vol. I, Bettini Sondrio, 2001