La chiesa di Maria Bambina.

A 771 s.m. in mezzo ai castagneti occhieggia la chiesa di Santa Maria: una data, 1757, indica l’ultimo rifacimento della cappella più piccola, che aveva preso il posto della antica “Santa Maria” cuore della Montanea Demopholis che sorgeva più a Est, sullo sperone del monte verso il Vallone, un po’ più a valle dell’attuale San Giovanni di Bioggio. A ricordo della antica filiale di Olonio resta solo un cumulo di pietre lavorate a lato di un pianoro che fungeva da cimitero.

Santa Maria aveva avuto funzioni filiale della plebana di Santo Stefano di Olonio, che vi inviava regolarmente un beneficiale che aveva la cura delle anime dei vari colondelli della montagna. La chiesa svolse anche funzioni di parrocchiale, dalla fine del 1500 ai primi anni del 1600, nel periodo della sopraffazione dei Riformati che, spalleggiati dai dominatori Grigioni, avevano occupato le chiese di Traona.

Decaduta dal ruolo di parrocchiale per la costruzione della nuova S. Alessandro in paese, conservò il carattere di “chiesa della Madonna” e per la festa di settembre di Maria Bambina richiama i fedeli dell’intera “Costéra dei Ceck”.

Nel 1600, la chiesa – anche se ignorata dalla visita del vescovo Ninguarda nel 1589 – viene così ricordata: “…prima Santa Maria di Bioggio longi da qui doi miglia: nella quale si celebra a messa molti giorni del anno, ma di obligo solamente il giorno della Natività. E vi è ancora il quadro della Natività con la cornice dorata ed un palio di corio vecchio, con tuta la fornimenta necessaria per celebrar messa. Poi un credenzone dove si ripone li paramenti, ivi un cassone vecchio dove si mette la biava che si scode per limosina et una campana ancora si ritrova in della chiesa»

Nel 1681, mentre la popolazione di Traona assommava a 834 anime, il cantone di Bioggio contava 100 anime. Le parentele più diffuse erano: Rodelli – Bonini – Fiorini – Del Censio – Poiago – De Ambrosio – Asparini – Picapreda.

La campana era stata rifusa nel 1679, data che reca incisa con il monogramma JHS e l’invocazione “Sancta Maria ora pro nobis”. Ha una facciata con timpano e una finestra mistilinea, un portale con la data 1757.

Sulle pareti tre ex voto degli anni 1894 e 1896, dipinti da L. Bracchi. La pala dell’altare rappresentava la Natività della Beata Vergine: datata 1590 era firmata da Antonius Canclini, copia di un affresco ammirato nel Santuario dell’Assunta a Morbegno. La tela scomparve, per la rapacità di sacrileghi ignoti, nell’inverno del 1983 e nonostante tutte le ricerche non se ne trovò alcuna traccia.

  • BIBLIOGRAFIA:
  • Songini, don Domenico, “Storia e… storie di Traona – terra buona”, vol. I, Bettini Sondrio, 2001