I tre anni di don Luigi Guanella a Traona.

Nel 1661 venne costruita la casa del cappellano dove, dal 1878 al 1881, don Luigi Guanella trascorse tre anni significativi della sua vita. Il santo, nato a Fraciscio, era venuto qui dopo aver trascorso tre anni a Torino da don Giovanni Bosco. Il vescovo di Como lo aveva inviato in aiuto dell’arciprete Giuseppe Bellieni, allora malato di paralisi.

A Traona don Guanella avrebbe potuto realizzare la tanto desiderata fondazione di una casa per i poveri, viste le molte costruzioni in disuso. Arrivò in paese con animo tranquillo il 21 settembre 1872, ma trovò tutte le difficoltà che avrebbero scoraggiato molti cuori di buona volontà.  Comunque egli non disperò mai. L’arciprete, ormai quasi guarito, non solo lo accolse con freddezza, ma si recò alla Prefettura di Sondrio per denunciarlo per quello che faceva e perché lo riteneva un ribelle. Ma cosa non andava giù all’arciprete? Evidentemente soffriva di gelosia per il fatto che don Guanella attirava a sé parecchi fanciulli e giovani, con il catechismo nell’oratorio, e insegnasse a leggere e a scrivere a molte persone, facendo scuola nella propria casa.

Oltre all’arciprete ci misero del loro anche le autorità civili: la Prefettura inviò due carabinieri e un delegato della Questura perché ogni giorno fossero presenti ai suoi sermoni e potessero così trovare un pretesto per arrestarlo e condannarlo. Ma per quale motivo? Si diceva che don Guanella avesse progetti “oscurantisti” e, prima o poi, avrebbe riempito la provincia di frati e monache. Provarono a metterlo in difficoltà economiche, lasciandogli solo 13 lire annue. Ma le difficoltà, anziché avvilirlo, lo incoraggiavano. Così, con i soldi dell’eredità paterna (2110 lire) comprò dal Comune una porzione del Convento di San Francesco, dove volle fare la sua prima Casa della Provvidenza.

Il 23 novembre 1879 comprò il fabbricato all’asta, col consenso della Curia, e finì di pagarlo nel 1880. Lo ristrutturò e il I settembre 1880 aprì una scuola gratuita, privata e rurale. Ma le cose non andarono per il verso giusto, anche se la popolazione lo appoggiava. Lo sviluppo del piccolo collegio fu visto dalle autorità come un pericolo. E proprio le autorità trovarono subito un pretesto per bloccare il suo sogno: dissero che nel secondo anno scolastico don Guanella aveva aperto la scuola senza notificare l’attività alle autorità competenti. Quindi venne emesso l’ordine di chiusura immediata, con minaccia di multe e pene severe.

Un avvocato, il Signor Brasca, provò a difendere don Guanella, ma il Prefetto di Sondrio si infuriava solo nel sentire il nome del sacerdote. L’unica cosa che restava da fare a don Guanella era accettare la proposta della Curia di Como: dedicarsi alla cura di anime in un paesino di montagna, dove non potesse esercitare pericolose influenze. Fu scelto Olmo, sopra Chiavenna, un luogo sperduto dove le idee eversive del santo di Fraciscio avrebbero potuto essere sopite, almeno per poco. Così don Guanella chiuse la scuola il 27 febbraio 1881 e il 2 luglio lasciò definitivamente Traona, tra il rimpianto della popolazione.

Don Luigi non dimenticò mai l’esperienza di Traona che, se pur difficile, fu provvidenziale e gli diede ancor più vigore. È rimasta testimonianza di un colloquio avvenuto sul piazzale della chiesa di San Francesco, tra don Guanella e l’arciprete di Traona, don Giovanni Tam; don Guanella diceva all’interlocutore: «Vedi? Qui doveva sorgere la mia prima Casa, questa doveva essere la mia Casa Madre».  Don Giovanni rispose: «Senta, don Luigi, se non vi fossero state le dure prove di Traona, forse la Provvidenza non l’avrebbe così generosamente favorito in seguito». E pronto don Guanella confermò: «Hai ragione».

Infatti, a Como fondò la sua prima Casa della Divina Provvidenza, per la cura dei bisognosi, dei disabili e dei poveri, e da quel momento la sua attività continuò senza mai fermarsi. Oggi la sua opera è diffusa in tutto il mondo. Don Luigi Guanella è stato santificato il 23 ottobre 2011 da papa Benedetto XVI.

I Traonesi sono molto legati alla sua figura perché lui, come i veri uomini di montagna, concretizzava il messaggio cristiano con il lavoro e la fatica; diceva:

«il cuore della persona è come la terra dell’orto e del giardino che, se viene coltivata, produce fiori e frutti».

L’appartamento, non più utilizzato da decenni, su proposta del parroco traonese don Domenico Songini divenne nel 1977 un museo. Nel 2012 tutti i locali sono stati restaurati e nel settembre del 2013 è stato inaugurato il nuovo museo. L’abitazione è semplice, modesta, costituita da quattro stanze, con pavimentazione originale di mattoni in cotto lombardo.

Un corridoio, illuminato dai sopraluci delle porte, conduce alle stanze: la cucina, con il caratteristico e originale lavandino in sasso, posizionato sotto l’unica finestra del locale (in origine c’era anche un camino che, dopo diverse ristrutturazioni, è stato murato), e con una piattaia per le stoviglie, donata dalla comunità; la saletta-studio con il camino, un armadio a muro e una finestra dalla quale si ammira il campanile della chiesa di San Fedele di Mello.

La camera da letto con due particolarità, la prima è la finestrella che dà sulla chiesa dalla quale don Guanella poteva adorare l’Eucarestia conservata nel tabernacolo (una soluzione simile il santo volle che venisse realizzata anche nella sua camera a Como), la seconda è un dipinto incompleto (si intravede solo una figura ancora disegnata a matita) raffigurante un vaso con una pianta e ritrovato da alcuni operai in seguito ai lavori di ristrutturazione. Anche se non ci sono fonti che lo attestino, questo dipinto con tutta probabilità è opera di don Guanella.

  • BIBLIOGRAFIA:
  • Giornate Fai di Primavera 2017, Istituto Comprensivo di Traona, Comune di Traona, Polaris Sondrio, 2018