Cronistoria

Anno 1286. Esisteva già la chiesetta sul colle, filiale di S. Stefano di Olonio, orientata, secondo la tradizione da est a ovest.

Anno 1441. Con la fondazione della Parrocchia, la chiesa aveva già una struttura completa d’aula con presbiterio, campanile e porticato sui lati.

Anno 1508. La Parrocchia acquistò per il parroco il ronco del “Pentì” da Gosparino de Paravicini di Caspano, che comprendeva la casa d’abitazione con annessa la chiesa di San Nicolò: questa fu poi inglobata nella canonica.

Anno 1604. Usurpata dai riformati la chiesa della SS. Trinità nel piano di Traona, si procedette all’ampliamento della chiesa di S. Alessandro. Dell’antica chiesa, oltre al colonnato a sud, si conservò il campanile e la rotonda dell’abside con i suoi aggraziati archetti. Sopravvisse anche il marmoreo Agnus Dei della facciata antica che venne poi inserito sulla facciata ovest della nuova costruzione.

Anno 1624. Dalla visita pastorale del cardinal Scaglia emerge che “le chiese sono in condizioni miserrime e questo per le grandi spese della fabrica della nuova chiesa”.

Anno 1629. Viene aggiunta la sacrestia ad est su prescrizione del vescovo Carafini: “La fabrica di questa chiesa incominciata tanto grande et in luogo tanto scomodo al popolo, già che non è possibile ridurla  altrove, procurisi almeno di perfettionarla quanto prima, essend’anco conveniente alla qualità della terra, e

Anno 1634. Si fece la volta con 5000 masselli in cotto.

Anno 1643. Si termina la bellissima cappella della Madonna del Rosario, arricchendola con la preziosa statua attribuita ad Ivo Strigel, e si pone il pavimento in “pietre vive lavorate”.

Anno 1662. Viene eretto a ovest l’Oratorio dei Confratelli con grande soddisfazione del Priore Pietro Buralino e del Rev. don Giovan Pietro Malvaini di Moncucco; quest’ultimo predispone davanti al portone d’ingresso un luogo di sepoltura “per sé e per i suoi successori”.

Anno 1667. Si aggiunge alla grande costruzione la casa d’abitazione del cappellano che avrà, due secoli dopo, come inquilino San Luigi Guanella (1878-1881).

Anno 1690. Dopo quasi un secolo il tempio è completo, il 30 aprile 1690 viene solennemente consacrata la Chiesa di S. Alessandro.

I titoli della chiesa

1441 Chiesa Parrocchiale – 1664 Chiesa Prepositurale – 1780 Chiesa Arcipretale – 1935 Santuario

Nel 1935 è segnata dall’erezione alla dignità di Santuario, un Santuario però, è un luogo dove avvengono pellegrinaggi, ma qui non ve ne sono mai stati. Questo ha una spiegazione.

Nel 1940 era scoppiata la guerra: l’immane flagello aveva causato inenarrabili sciagure che raggiunsero l’acme negli anni 1943-1945. Tra i provvedimenti più odiosi i governanti dell’epoca decisero la requisizione delle campane, col bronzo delle quali si sarebbero fusi i cannoni, secondo le esigenze belliche. Erano escluse dalla requisizione solo le campane dei santuari.

Mentre da tutti i campanili, col visibile rammarico delle popolazioni, scendevano le campane che erano prese in consegna da titolari di fonderie, a Traona si voleva escogitare qualche accorgimento per eludere l’imminente sequestro dei sacri bronzi.

L’arciprete don Antonio Ricetti, insieme ai Fabbricieri, suggerì al Vescovo Monsignor Alessandro Macchi di elevare la chiesa arcipretale alla dignità di Santuario in onore del suo S. Alessandro. Il vescovo accolse la richiesta e, pre-datandolo al 1935 per ovvi motivi, emise il decreto del “Santuario”, decreto pubblicato sul Bollettino Ufficiale della Diocesi del 1943.

Il perdonabile sotterfugio salvò il prezioso concerto in re bemolle del 1884 della Fonderia Pruneri di Grosio e il 26 Agosto 1943 la festa di S. Alessandro fu celebrata nel suo Santuario con le campane che suonavano a festa.

L’esterno della chiesa

L’edificio è preceduto da un suggestivo sagrato al quale si accede da due scalinate, quella più corta, ma più ripida, era riservata alle donne, quella più lunga ma più dolce per gli uomini. Questa netta distinzione sarà mantenuta anche all’interno della chiesa.

Sul sagrato c’era un cimitero con il suo ossario, ancora esistente, che oggi contiene una statua lignea raffigurante S. Alessandro, commissionata e pagata dai soldati superstiti della Prima Guerra Mondiale, come ringraziamento per la protezione ricevuta dal Santo. In seguito all’editto napoleonico di Saint Cloud del 1804 questo antico cimitero venne trasferito, per motivi igienico-sanitari, fuori dal centro abitato, nei pressi di San Colombano.

Dall’antico portico, grazie ad un’apertura realizzata nel campanile, si accede al Camminamento di San Luigi Guanella, che ci consente di passeggiare intorno alla chiesa ed ammirarla in tutta la sua antica bellezza.

L’interno della chiesa

La Chiesa di S. Alessandro all’esterno può apparire spoglia ed austera ma all’interno è una meraviglia per arte ed ingegno costruttivo. La volta della navata venne costruita con ben cinquemila mattoni in cotto, forniti nel 1634 dal comasco Raimondo Melchior.

I pregevoli dipinti contenuti nella chiesa sono attribuiti al pittore Giacomo Paravicini, detto il Gianolo, artista molto noto nella nostra valle. Proveniente da un ramo secondario dei Paravicini di Caspano, conosciamo solo la sua data di battesimo, avvenuto a Caspano il 5 gennaio 1660, che molto probabilmente è anche la sua data di nascita. Non è noto dove imparò a dipingere, ma il suo primo lavoro fu sicuramente nella chiesa di San Bartolomeo a Caspano tra il 1687 e il 1688.

Non sappiamo con esattezza in che periodo il Gianolo eseguì le opere a lui attribuite presenti nella chiesa di Sant’Alessandro. Sappiamo con certezza che era presente nella chiesa il giorno il 6 novembre 1710 e che, su invito del prevosto don Bartolomeo Paravicini, fece da testimone alle nozze di due sposini di Somagna sprovvisti di testimone.

Entrando nella chiesa e volgendo le spalle al presbiterio possiamo ammirare, posto al di sopra del portone di ingresso, un bellissimo dipinto del Gianolo che incornicia la lapide posta in ricordo della consacrazione della chiesa avvenuta il 30 aprile 1690.

La Chiesa è stata costruita pensando di far percorrere al fedele un preciso itinerario di educazione alla vita cristiana. Il primo passo del cammino era quello del battesimo, ricevuto nel battistero posto alla sinistra dell’ingresso principale, dove ora rimane la scritta SACRARIUM. Completato solo nel 1775, conteneva il fonte battesimale, ora nei pressi dell’altare maggiore, e una tela raffigurante “Il battesimo di Cristo”, oggi collocata nella sacrestia.

Il fedele doveva poi continuare il suo percorso seguendo una vita virtuosa, rappresentata allegoricamente dalle diciotto virtù, che lo aiutavano a riflettere sui propri peccati, perdonati in seguito alla confessione che si riceveva in uno dei quattro confessionali in legno posti ai lati della navata.

Il Gianolo realizzò ben diciotto virtù. In via del tutto eccezionale, oltre alle sette virtù classiche del catechismo, ne possiamo ammirare ben altre undici, attinte dalla tradizione cristiana e dai manuali di Cesare Ripa.

Grande importanza era riservata alla messa, solennizzata dal suono dell’organo. Lo strumento che si vede oggi, dirimpetto al pulpito, non è però l’originale. Un tempo c’era un altro organo proveniente dalla vecchia chiesa, che venne montato sul fianco destro della navata, all’interno di una cassa finemente intagliata; dopo essere stato restaurato più volte nel Settecento, fu poi definitivamente sostituito nel 1852 con l’attuale eccellente strumento, che dell’antico organo conserva un flauto in duodecima.

Nel presbiterio si trovano tre grandiose tele, chiamate teleri, realizzate dal Gianolo, che rappresentano i momenti principali della vita di sant’Alessandro, patrono della chiesa. Antichi racconti narrano che Alessandro era un soldato romano vissuto nel III secolo dopo Cristo; poiché cristiano fu incarcerato a Milano dall’imperatore Massimiano. Riuscì a fuggire con altri sette soldati, ma giunto a Como sei suoi commilitoni furono catturati e decapitati, mentre Fedele e Alessandro riuscirono a fuggire. Il primo risalì il lago di Como, ma catturato di nuovo venne decapitato nei pressi di Samolaco. Alessandro, invece, fuggì verso Bergamo dove, dopo aver predicato il Vangelo, venne catturato e decapitato il 26 agosto di un imprecisato anno, calcolato tra il 298 e il 303 d.C.

Alzando lo sguardo verso l’alto si può ammirare, nella volta del presbiterio, il più grandioso dipinto del Gianolo in Valtellina. L’affresco rappresenta Sant’Alessandro giunto in Paradiso, circondato da angeli, santi e dai quattro evangelisti. Nell’arco del presbiterio troviamo raffigurati i dodici apostoli, sempre del Gianolo.

Nella chiesa si sono quattro cappelle laterali, nella parte sinistra si trovano gli altari dedicati ai santi Rocco e Sebastiano ed alla Santissima Trinità, in quella opposta, gli altari dedicati all’Angelo Custode, protettore dei bambini, e quello della Madonna del Rosario.

  • BIBLIOGRAFIA:
  • Songini, don Domenico, “Storia e… storie di Traona – terra buona”, vol. I, Bettini Sondrio, 2001
  • Giornate Fai di Primavera 2017, Istituto Comprensivo di Traona, Comune di Traona, Polaris Sondrio, 2018